Cos'è
Piano di Autocontrollo
Scopo e campo di applicazione
Il Piano di Autocontrollo delle acque destinate al consumo umano ha lo scopo di proteggere la salute pubblica dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque.
Il Piano di Autocontrollo descrive e definisce le modalità operative implementate dalla Ruzzo Reti S.p.A. al fine di assicurare che le acque destinate al consumo umano siano pienamente conformi ai requisiti per esse stabiliti dalla normativa vigente.
Il Piano di Autocontrollo si applica ai sistemi idrici di competenza della Ruzzo Reti S.p.A. e alle acque da questi distribuite ai consumatori finali.
Riferimenti normativi
- DIRETTIVA 98/83/CE del Consiglio del 3 novembre 1998;
- DECRETO LEGISLATIVO 2/2/2001, n.31 recepimento della Direttiva 98/83/CE;
- DECRETO LEGISLATIVO 2/2/2002, n. 27 modifica del DLgs 31/2001;
- DECRETO LEGISLATIVO 3/4/2006, n.152 e s.m.i.;
- DECRETO 5/9/2006 - Modifica del valore fissato nell'allegato I, parte B, al decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, per il parametro Clorito. (GU n. 230 del 3-10-2006);
- DECRETO 22/12/2011 - Modifica del valore fissato nell'allegato I, parte B, al decreto legislativo 2/2/2001, n. 31, per il parametro Vanadio. (11A16893) (GU n. 4 del 5-1-2012);
- LEGGE 15/12/2011, n. 217 art. 10 Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alla Comunità Europea - Legge comunitaria 2010. (12G0001) (GU n.1 del 2-1-2012);
- DECRETO 6/4/2004, n. 174 Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano. (GU n. 166 del 17-7-2004);
- DECRETO 7/2/2012, n. 25 Disposizioni tecniche concernenti apparecchiature finalizzate al trattamento dell'acqua destinata al consumo umano. (12G0044);
- DIRETTIVA (UE) 2015/1787 della Commissione del 6 ottobre 2015;
- DECRETO MINISTERO DELLA SALUTE 14/6/2017 recepimento Direttiva (UE) 2015/1787;
- DIRETTIVA 2013/51/EURATOM del Consiglio, del 22 ottobre 2013;
- DECRETO LEGISLATIVO 15/2/2016, N.28 recepimento Direttiva 2013/51/EURATOM del Consiglio, del 22 ottobre 2013;
- Decreto MATTM 14 novembre 2016 Modifiche all'allegato I del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, recante: «Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano»;
- Decreto 2/8/2017. Indicazioni operative a carattere tecnico-scientifico, ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 15/2/2016, n. 28;
- Direttiva UE 2020/2184 del 16/12/2020 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano;
- Direttiva UE 1787/2015 modifica degli allegati II e III della direttiva 98/83/CE del Consiglio concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano;
- Decreto 14/06/2017 Ministero della Salute;
- DGR Regione Abruzzo 12 marzo 2004, n.135.
Il Piano di Autocontrollo fa riferimento anche ai seguenti documenti interni ed esterni:
- Linee guida Ministero della Salute sui dispositivi di trattamento delle acque destinate al consumo umano ai sensi del D.M. 7 febbraio 2012, n. 25;
- UNI EN ISO 19458:2006 “Qualità dell'acqua - Campionamento per analisi microbiologiche”;
- UNI EN 805:2002 "Approvvigionamento di acqua - Requisiti per sistemi e componenti";
- UNI EN 901:2002 "Prodotti chimici usati per il trattamento di acque destinate al consumo umano - Ipoclorito di sodio”;
- Rapporto ISTISAN 07/31 - Metodi analitici di riferimento per le acque destinate al consumo umano ai sensi del DL.vo 31/2001. Metodi chimici;
- Rapporto ISTISAN 07/5 - Metodi analitici di riferimento per le acque destinate al consumo umano ai sensi del DL.vo 31/2001. Metodi microbiologici;
- Rapporto ISTISAN 08/18 - Requisiti organizzativi e tecnici dei laboratori di verifica della conformità della qualità delle acque destinate al consumo umano;
- Rapporto ISTISAN 14/21, ISSN: 1123-3117 Linee guida per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano secondo il modello dei Water Safety Plan;
- Cianobatteri in acque destinate al consumo umano: Linee guida ISTISAN per la gestione del rischio - Volume 2;
- Nota informativa in merito alla potenziale contaminazione da piombo in acque destinate al consumo umano, elaborata da esperti del Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, discussa nel corso di una riunione con esperti Regionali tenutasi il 22/11/2013 presso il Ministero della Salute, e trasmessa allo stesso Ministero (prot. 46138, 03.12.2013); si inquadra nell’ambito delle azioni di coordinamento e sorveglianza dell’Autorità Sanitaria centrale in merito alla mitigazione e prevenzione della contaminazione da piombo nelle acque destinate al consumo umano, condotte sotto l’egida Regionale;
- Programma Regionale di Controllo delle sostanze radioattive nelle acque destinate al consumo umano ai sensi del D.Lgs. 28/2016 (Regione Abruzzo);
- Verbale di riunione del 20/9/2018 tra il Dipartimento di Prevenzione – SIAN della ASL n.4 di Teramo e Ruzzo Reti S.p.A. per l'elaborazione del programma dei controlli della radioattività nelle acque potabili distribuite dalla Ruzzo Reti SpA;
- Regolamento Ruzzo Reti S.p.A. per la distribuzione e fornitura dell’acqua potabile;
- AAP_P011_Procedura Operativa Autocontrollo Acque Potabili – Ruzzo Reti S.p.A.;
Il sistema idrico RUZZO RETI S.p.a.
Il piano di autocontrollo descritto in questo manuale si applica alla gestione del sistema acquedottistico gestito dalla Ruzzo reti S.p.A., ne garantisce la conformità legislativa e assicura un elevato standard qualitativo dell’acqua potabile distribuita.
Lo schema è alimentato per la gran parte dalle acque derivate dalla sorgente del Traforo del Gran Sasso, con portate variabili nel corso degli anni fra 650 e 1.000 l/s ed in parte dallo storico gruppo sorgentizio del Ruzzo, con portate variabili, a seconda degli anni, fra 200 e 500 l/s.
Attualmente, l’area servita dallo Schema Idrico della Ruzzo Reti S.p.A. può essere suddivisa in tre zone caratteristiche: Costiera, con i centri turistici balneari (Martinsicuro, Alba Adriatica, Tortoreto, Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto); Collinare, il cui principale centro è Teramo e Montana (Isola del Gran Sasso, Tossicia, Castelli, Colledara Castel Castagna, Pietracamela, Cortino, Crognaleto, Rocca S.Maria, Valle Castellana).
Le aree costiera e collinare fanno parte dello stesso schema idraulico collegato alle principali fonti di alimentazione, mentre alcuni centri della parte montana e collinare sono alimentati anche da sorgenti ed acquedotti locali.
Ai fini dell’approvvigionamento idrico, all’interno dello schema complessivo, sempre più importante è l’apporto del potabilizzatore di Montorio al Vomano con valori derivabili massimi pari a 900 l/s ed un’attuale produzione media dell’ordine di 600 l/s.
Monitoraggio della qualità dell’acqua e Piano di Autocontrollo
L’obiettivo del Gestore è quello di fornire al rubinetto dell’Utente acqua potabile per ogni esigenza (acqua da bere, acqua per cucinare, acqua per lavarsi). I requisiti necessari per identificare l’acqua potabile sono stati definiti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), elaborati a livello comunitario con la Direttiva 98/83/CE e recepiti dagli organi di controllo competenti per ogni Paese; in Italia dal Ministero della Salute con il Decreto Legislativo 31/2001.
In base a questa normativa (art.4 del D.Lgs 31/2001) “le acque destinate al consumo umano non devono contenere microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana”.
Ai sensi del Decreto Legislativo 31/2001, l’acqua deve essere conforme ad una serie di parametri microbiologici (parte A) e chimici (parte B), nonché a parametri indicatori (parte C) non direttamente correlabili a rischi per la salute, ma indicatori di modifiche della qualità delle acque (Allegato I).
Laboratori di riferimento e formazione del personale
Le analisi previste dal presente PAC sono effettuate presso laboratorio che opera con sistema di qualità conforme alla norma UNI EN ISO 9001:9015, accreditato secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 da un ente di accreditamento riconosciuto ai sensi del Regolamento (CE) n. 765/2008.
Il personale interno dedicato ai campionamenti riceve formazione continua sulle metodiche di prelievo e trasporto dei campioni al laboratorio.
Controllo della cloro copertura
Oltre alle analisi di laboratorio previste nel seguente PAC, la verifica della qualità dell’acqua distribuita avviene anche mediante il controllo quotidiano della cloro-copertura.
La presenza di cloro nell'acqua potabile è fondamentale per garantire una tutela igienico-sanitaria della risorsa durante il percorso che va dall'impianto di produzione fino all'utente finale.
Il cloro attivo così immesso nell’acqua, è uno dei disinfettanti a più ampio spettro contro gli inquinanti microbiologici, efficace contro batteri, spore e virus, senza particolari controindicazioni per la salute. Per il parametro “cloro residuo”, che misura la quantità di disinfettante rimasta nell’acqua al momento dell’analisi, la normativa vigente in materia di potabilità delle acque destinate al consumo umano, ovvero il D. Lgs. 31/2001, non pone un limite specifico, ma un valore minimo consigliato in rete distributiva, pari a 0,20 mg/l derivato dalle indicazioni fornite da WHO (World Health Organization) che specifica che: deve essere garantito un residuo di cloro libero non inferiore a 0,5 ppm dopo 30 minuti di tempo di contatto; il dosaggio massimo consentito di cloro libero è 5 ppm; il dosaggio consigliato di cloro è 2-3 ppm.
La Ruzzo Reti opera cercando di mantenere il range di cloro libero in distribuzione tra 0,07 e 0,15 mg/l.
A seconda delle condizioni (temperatura, ph, distanza dal punto di clorazione, ecc),
l’utente può percepire, in base anche alla propria sensibilità individuale, differenti caratteristiche organolettiche dell’acqua (odore/sapore) che non ne pregiudicano in alcun modo l’idoneità ai fini del consumo umano. L’odore o il sapore caratteristico dell'acqua sottoposta a disinfezione a base di cloro, talvolta poco gradevole, si attenuano fino a sparire lasciando riposare l’acqua del rubinetto in una brocca per qualche ora e/o consumandola fresca, a temperature più basse.
Il presente PAC prevede verifiche quotidiane del cloro residuo lungo la rete, attraverso controlli in vari punti, effettuati sia attraverso strumentazione fissa che tramite strumentazione portatile e personale appositamente formato, secondo procedure specifiche in conformità alla normativa vigente.